Un po' mi dispiace lasciare questo blog che mi ha regalato tante emozioni, che mi ha in qualche modo iniziato a una nuova fase della mia vita, che mi ha fatto conoscere persone dal cuore davvero speciale. Ma a volte bisogna cambiare per dare il meglio di se stessi e continuare a volare in alto. Ed in fondo, come dice Wislawa Szymborska, ogni inizio è solo un seguito.
Per tutti coloro che mi seguono e che desiderano continuare a seguirmi potete trovare i nuovi post di Non c'è nulla di ordinario nell'ordinario nel nuovo blog...
- Sai, a volte sono un po' triste. - Capita a tutti. Cosa fai quando sei triste? - A volte guardo un fiore che nasce. Non so, è ridicolo forse, ma ogni volta è un emozione tra stupore e gioia. Stupore per quella bellezza che si forma così delicatamente.. testardamente. Gioia per quel trionfo di colori simbolo di speranza. Ha un nome l'emozione tra stupore e gioia? - Non so... forse potremmo chiamarla felicità? - Si forse sì. - Ma non eri triste? - Si. Ma dicono che per sapere la felicità bisogna sapere la tristezza. - Che strana però la felicità. Basta un fiore..
Sembra ieri quella mattina quasi primaverile nella quale scrissi il primo post di questo blog. Sembra una vita fa quel lunedì 5 marzo nel quale tutto ebbe inizio. Il tempo.. è sempre così magicamente indefinibile...
Di certo però è passato poco più di un anno dalla nascita di questo piccolo mio blog. Un anno pieno di scoperte, emozioni, anche difficoltà: ho scoperto persone meravigliose che curano blog altrettanto meravigliosi; ho vissuto quelle piccole gioie che sa regalarti la scrittura e la condivisione di pensieri; ma anche non è sempre stato facile star dietro a tutto ciò perchè nella vita hai sempre tante cose da fare. Avrei voluto commentare di più i vostri blog; avrei voluto scrivere di più sul mio. Esserci di più. Ma in fondo l'importante è il come ci sei. L'importante è che ogni parola scritta o detta venga dal proprio cuore e sia bagnata di quella dolce poesia che è dentro ognuno di noi...
Ed è tenendo conto di questo che voglio festeggiare un anno di blog e l'inizio della primavera con questa bellissima frase che ho scoperto qualche giorno fa (tratta dal film "28giorni"):
Roberto Baggio. Anzi, come fosse una sola parola... robertobaggio. Basta semplicemente ascoltare queste 13 lettere e si accende l'emozione, la poesia, il sogno. L'emozione dei ricordi, la poesia di quelle indimenticabili magie, il sogno di poter fare gol nella vita.
Si torna bambini, si affronta meglio il presente, si ha voglia di lottare per il futuro. Baggio è il simbolo di tante cose: di un calcio diverso, fatto di fantasia più che di schemi; di come si può sempre restare semplici e corretti; del non arrendersi mai, al di là di tutti gli infortuni che possono capitarci; dell'andare oltre divisioni e campanilismi ed abbandonarci in un abbraccio collettivo.
(Immagine simbolo. Baggio indossa la maglia della Juventus ma raccoglie e poi mette al collo una sciarpa della Fiorentina. Perchè dividerci e odiarci? E' solo un gioco... abbracciamoci!)
Appese le scarpe al chiodo Roberto Baggio ha continuato ad essere simbolo di tutto ciò. Un campione vero resta tale anche dopo, fuori dal campo. Dal pallone d'oro (1993) siamo passati al Peace Summit Award (2010) ma di gol e magie Roberto proprio non vuole smettere di farne...
Il suo messaggio principale diventa quello di non arrendersi e di cercare di essere eroi nella vita di tutti i giorni. Di essere degli eroi quotidiani mettendocela sempre tutta e coltivando ogni giorno i propri sogni con passione, gioia, coraggio, vero senso del successo, sacrificio.
Proprio su queste cinque parole ha basato il discorso rivolto ai giovani (ma non solo) che ha pronunciato nella sua recentissima apparizione al festival di San Remo. Sempre con emozione, poesia, sogno. Vi invito a dedicare qualche minuto di riflessione a queste sue parole semplici quando vere.